Piazza Unità d’Italia

Piazza Unità, una delle più affascinanti piazze d’Italia. Un ritorno ai tempi asburgici

Piazza Unità d'italia - Trieste

Piazza Unità d’italia – Trieste

Piazza Unità, racconta in un colpo d’occhio la storia di una città che ha vissuto due secoli d’oro, che è stata il porto dell’Austria Ungheria. La gratitudine per la prosperità ottenuta ha spinto molte famiglie a investire per rendere sempre più bella la loro città e il risultato è davanti agli occhi di tutti.
È un palcoscenico che da un lato ha come sfondo il mare, il golfo, il porto vecchio, il molo Audace; dall’altro il palazzo del Governo, del Lloyd triestino, delle Generali, il Caffè degli Specchi.

Tutto sa di fin de siecle.

Piazza Unità

Piazza Unità

La Piazza è bella durante il giorno e diventa meravigliosa la sera, con i palazzi illuminati e i fari blu sul pavimento che indicano dove era posizionato il vecchio mandracchio (porto). Dal Molo Audace la vista diventa superlativa. L’impressione è di essere in mezzo al mare e con un solo colpo d’occhio si abbracciano tutte le rive con monumentali palazzi dal Palazzo Carciotti, la chiesa greco-ortodossa di San Nicolò, Teatro Verdi, Piazza Unità d’Italia, l’Hotel Excelsior Palace.Assolutamente da non perdere a Trieste!!!

Piazza Unità d’Italia è’ definita il salotto di Trieste e per i triestini è il posto al quale si sentono più legati in quanto qui pulsa tutta la vita cittadina. Oggi è un luogo per passeggiate domenicali, spettacoli, celebrazioni e manifestazioni, come una volta è stato luogo di processioni, esecuzioni e giostre, insomma è ed è sempre stato il centro della vita quotidiana della città.

La piazza in origine si chiamava Piazza San Pietro ma comunemente veniva chiamata Piazza Grande. Fu ribattezzata Piazza Unità in seguito all’annessione all’Italia il 4 novembre 1918, dopo oltre 550 anni di dominio asburgico.

Fino al 1919, tra il Palazzo del Governo e quello del Lloyd trovava posto un giardinetto, proprio dove una volta c’era il porto del Mandracchio. Fino a tutto il 1600 il mare penetrava in città e anche la piazza era molto arretrata. Oggi ci sono le luci blu che si illuminano la sera ad indicarci fino a che punto penetrava il mare.

 Palazzo del Comune

Palazzo del municipio

Palazzo del municipio

La piazza cambia assetto diverse volte nel corso della storia. L’edificio fu allargato in varie riprese, sia a destra che a sinistra della loggia, incorporando edifici limitrofi ed ospitando anche la Biblioteca Pubblica. Il palazzo fu demolito nel 1871 e il nuovo palazzo è del 1875 su progetto dall’architetto triestino Giuseppe Bruni (lo stesso di Palazzo Modello), che cercò di conservare le caratteristiche architettoniche salienti del vecchio edificio.

Curiosità:Il Palazzo fu ben presto battezzato dai cittadini con i nomi più fantasiosi, primo fra tutti Palazzo Cheba per la sua struttura che ricorda una gigantesca gabbia per uccelli; Palazzo Sipario in quanto con la sua imponenza nascondeva le brutture della Cittavecchia dietro a se.

I due mori furono voluti dal Bruni in ricordo delle statue che si trovavano sopra l’antica Torre del Mandracchio. Il Bruni trasformò il fronte dei palazzi in un unico monumentale edificio accentrato intorno a una torre. Il Bruni fu abile nell’evocare forme architettoniche diverse riassumendo decoro e monumentalità dell’ambiente nel quale vennero inserite senza turbare il rapporto con gli edifici già costruiti.
La facciata richiama di
linguaggi diversi risente pienamente del clima dell’eclettismo all’interno del quale il Bruni si muove e chiari sono anche gli influssi dell’architettura parigina (Louvre).

 Palazzo Modello

Fu costruito su progetto di Antonio Buttazzoni. così chiamato perché avrebbe dovuto fungere da modello per gli altri palazzi. Dove oggi si erge Palazzo Modello si trovava una Cappella Civica detta di San Pietro costruita per volontà testamentaria di un esule ghibellino, Pietro Onorati, morto a Trieste nel 1367. Nel 1602 a fianco della chiesa di San Pietro fu eretta una seconda chiesetta in onore di San Rocco, come voto della città per la terribile pestilenza che la stava martoriando. Le due chiesette furono successivamente unite con un unico tetto. Nel 1870 furono demolite ma il rosone centrale fu riutilizzato per ornare la facciata della chiesa di San Bartolomeo a Barcola che ancora oggi ne fa sfoggio.

Il palazzo fu subito affittato ad uso locanda e vi trovò quindi posto l’Hotel Delorme, prestigioso albergo che poteva offrire stanze ed appartamenti anche per famiglie numerose, servizi igienici ad ogni piano, ristorante e vista sul mare, il tutto a prezzi abbastanza contenuti. L’albergo chiuse nel 1912 e dopo di allora lo stabile ospitò gli uffici del Comune.

Curiosità: Interessanti e quanto mai originali, sono le statue (telamoni) che ornano l’ultimo piano del palazzo, in quanto scolpiti nell’intento gesto scaramantico di toccarsi i genitali.

Palazzo Stratti

Palazzo Stratti - Trieste

Palazzo Stratti – Trieste

Progettato dall’architetto Antonio Buttazzoni nel 1839 su incarico del negoziante greco Nicolò Stratti. Nel 1846 il palazzo divenne di proprietà delle Assicurazioni Generali che nel 1872 provvede all’attuazione di una radicale ristrutturazione della facciata su progetto degli architetti Geiringer e Righetti che gli conferirono l’aspetto attuale. Al pian terreno dell’edificio è ospitato lo storico Caffè degli Specchi (fondato nel 1839), . La facciata è coronata da una balaustra che riprende il motivo del lungo balcone e di quelli laterali al secondo piano, e conclusa da un gruppo scultoreo, che si trovava un tempo sulla facciata postica, opera dello scultore veneziano Luigi Zandomeneghi. Un particolare curioso è costituito, a destra di chi guarda, dal modello della locomotiva che Stephenson fornì all’Austria nel 1837. Buttazzoni lo volle come auspicio che Trieste potesse venire collegata al più presto con l’Austria (l’arrivo della ferrovia a Trieste è del 1857 con la tratta Meridionale o SüdBahn). La civetta, che vediamo a sinistra, è l’uccello sacro a Minerva e rappresenta la ragione contro le tenebre.

Palazzo del governo

Palazzo del Governo - Trieste

Palazzo del Governo – Trieste

Il Palazzo è in Jugendstil (variante germanica dell’Art Nouveau francese o Liberty inglese impostasi in reazione all’imperversante stile Biedermeier). Costruito tra il 1904 ed il 1905 dall’architetto viennese Emile Artman al posto di un modesto palazzo settecentesco. E’ il Palazzo del Governo che fu prima sede della Luogotenenza autriaca ed oggi è sede della Prefettura. Sulla facciata principale sono stati cambiati gli stemmi dell’Austria (aquila bicipite) con quelli dei Savoia (scudo con croce bianca su fondo rosso), mentre sulle facciate laterali sono stati lasciati gli originali. I mosaici sono realizzati in vetro di Murano.

 Palazzo della Regione

Lloyd Triestino  Trieste

Lloyd Triestino Trieste

Vi siede la Presidenza della Giunta regionale. Tra il 1881 ed il 1883 venne eretto l’imponente Palazzo del Lloyd Triestino (allora Lloyd Austriaco di Navigazione) su progetto dell’architetto Heinrich von Ferstel in stile rinascimentale, quale simbolo della signoria triestina sul mare. L’edificio andò ad occupare lo spazio lasciato libero dall’interramento del vecchio squero di San Nicolò (cantiere).La facciata dell’edificio che da sulla piazza ospita alle sue estremità due fontane, una con la statua di Teti (quella a sinistra guardando il palazzo), opera dello scultore Giuseppe Pokorny, l’altra con la statua di Venere, opera dello scultore Ugo Haedti, rispettivamente custodi mitologiche dell’acqua dolce e dell’acqua di mare. In origine infatti, dalla fontana di Teti fuoriusciva acqua dolce mentre dalla fontana di Venere, mediante un meccanismo di pompaggio, sgorgava acqua di mare.

 PalazzoPlenario-Pitteri

Dall’altra parte di Palazzo Modello si trovava l’Osteria del Comune o Osteria del Porto, un edificio di proprietà del Comune affittato ad un oste-locandiere. L’edificio nella seconda metà del 1700 viene sopraelevato di un piano per così diventare la Locanda Grande, che nel giugno del 1768, ospitò l’archeologo tedesco Winckelmann poi assassinato nella stessa locanda. La locanda disponeva di una quarantina di stanze e di una scuderia. Al piano terreno c’era il Caffè Carrara ed il Corpo di Guardia.

A fianco della Locanda Grande trovò poi posto nel 1780 il Palazzo Plenario progettato dall’architetto Ulderico Moro per conto del ricco commerciante Plenario, poi divenuto Palazzo Pitteri in quanto dimora e proprietà del letterato Riccardo Pitteri. Il palazzo divenne poi proprietà della compagnia di assicurazione Lloyd Adriatico.

 Colonna di Carlo VI

Tra tutte le notevoli mutazioni che la piazza ha subito nel corso della storia, la Colonna di Carlo VI è al suo posto fin dalla sua posa avvenuta il 10 settembre 1728 in onore della visita dell’Imperatore alla città. Ricordiamo che Carlo VI, nato a Vienna nel 1685, fu imperatore dal 1711 al 1740, figlio di Leopoldo I (la cui statua poggia sulla colonna in Piazza della Borsa) e padre dell’Imperatrice Maria Teresa. A lui si deve l’istituzione di Trieste quale porto franco (1719).

 Fontana dei Quattro Continenti

Fontana dei quattro continenti in Piazza Unità d'italia

Fontana dei quattro continenti in Piazza Unità d’italia

Opera del 1751 realizzata dall’architetto bergamasco Mazzoleni (lo stesso della Fontana del Giovanin in Piazza Ponterosso e della Fontana del Nettuno in Piazza della Borsa) eretta in gloria alle fortune commerciali della città e quale fonte d’acqua ad utilità di cittadini e visitatori. La fontana è una costruzione architettonica di conchiglie, delfini e rocce misti a casse, botti e balle di merci ed è sovrastata dall’Angelo della Fama che diffonde nel mondo la prosperità di Trieste. Ai quattro angoli della vasca vi sono quattro statue con un animale ed ognuna rappresenta uno dei quattro continenti: l’Europa col cavallo, l’Asia col cammello, l’Africa col leone e l’America col coccodrillo. L’Australia non è rappresentata in quanto all’epoca della costruzione della fontana non era stata ancora scoperta. La donna velata rappresenta il Nilo (non se ne conosceva ancora la sorgente). La fontana, caduta nel degrado, venne tolta dalla piazza nel 1938 per far posto al palco per il comizio del Duce in visita alla città. Dopo anni di oblio venne riposizionata nei primi anni settanta, in seguito ad una sua capillare ristrutturazione, in una sede spostata rispetto a quella originaria, per poi essere ancora riposizionata proporzionalmente al centro della facciata del Municipio con i lavori di sistemazione della piazza del 2000/2001 su progetto dell’architetto Bernard Huet, vincitore del concorso indetto dal Comune.

 Molo Audace

Molo Audace - Trieste

Molo Audace – Trieste

Qui migliaia di persone si radunarono il 3 novembre 1918 per salutare l’attracco del Cacciatorpediniere Audace al Molo San Carlo (costruito nel 1751, aveva preso il nome di San Carlo perché poggiante nelle fondamenta su una fregata omonima affondata) in seguito all’annessione della città al Regno d’Italia dopo ben 536 anni di dedizione all’Impero Asburgico interrotta solo da qualche breve dominazione veneziana e francese.

Sul molo si erge la statua del soldato che corre a piantare la bandiera e di due babe (donne anziane in dialetto triestino, che stanno cucendo la bandiera italiana).